mercoledì 19 giugno 2019

Viaggio nella TURCHIA ARCHEOLOGICA (viaggio ATM)

Il mausoleo di Antioco I di Commagene
sul Nemrut Dagi, Turchia
Paese attraversato: Turchia
Itinerario: Edirne, Troia, Pergamo, Efeso, Didima, Alicarnasso, Aphrodisias, Mileto, Hierapolis, Pamukkale, Antalya, Pergè, Aspendos, Side, costa turchese, Adyaman, Nemrut Dagi, Malatya, Cappadocia, Hattusas, Ankara, Istambul
Periodo: agosto - settembre 1982
Durata: 4 settimane
Ne parlo nel libro: Il Gatto Buddhista

La Turchia, o meglio l’Anatolia, nel suo ruolo di cuscinetto tra Occidente e Oriente che ancora oggi ricopre, ha per me un fascino particolare. Non parlo solo di Istambul o della Cappadocia, destinazioni ormai abbandonate al turismo di massa, ma soprattutto dell’est del paese, quello un po’ fuori dai circuiti turistici, come Ankara o Hattusa (la capitale dell’impero ittita), oppure la regione curda, ormai difficilmente raggiungibile a causa delle note vicende politiche e militari. 

E anche i luoghi che si possono visitare facilmente, come la costa turchese oppure le sorgenti di Pamukkale, presentano ormai una tale aggressione business-oriented che renderli inapprezzabili. Conservo di questo viaggio un ricordo bellissimo perché mi sorprese per la bellezza, la quantità e l’importanza dei siti greco-ellenistici di cui allora non avevo consapevolezza. Erano questi gli obiettivi del viaggio e devo dire che non rimasi deluso, anzi.
Questa volta mi è sembrato giusto pubblicare foto in b/n  del ricchissimo patrimonio archeologico di questo paese (primo tra tutti, forse il mausoleo di Antioco I di Commagene sulla cima del Nemrut Dagi). Mi è sembrato che lo meritassero.

Gli Ittiti. Gli Ittiti, questi sconosciuti. Non sorprende. La nostra cultura fatica ad uscire dal perimetro storico costituito da Egitto > Grecia >Roma e, se anche qualche allargamento di visuale può includere a volte le culture della Mesopotamia e la Persia, va detto che questo è sempre in relazione all’incontro/scontro con la Grecia e Roma.


La porta dei leoni, Hattusa (impero Ittita), Turchia
Quindi chi erano questi Ittiti? Un impero che si estese su quasi tutta l’Anatolia fino ad arrivare all’attuale Siria, ma poco noto se non per il conflitto con l’impero egizio quando erano entrambi al massimo splendore (XIII-XIV secolo). Quello che resta della loro capitale al centro dell’attuale Turchia (Hattusa) conferma il livello raggiunto dalla loro civiltà.

Nemrut Dagi. Se si può pensare che negli anni ’80 la spettacolare tomba-santuario di Antioco I di Commagene fosse poco conosciuta, sorprende che ancora oggi sia ignota ai più che magari conoscono bene o hanno visitato Karnak o Ankor. 


Il mausoleo di Antioco I di Commagene
sul Nemrut Dagi, Turchia
E' un luogo di incredibile fascino e mistero, paragonabile senza dubbio a Karnak o a Ankor, un  monumento che solo la potenza (o la pazzia) di un sovrano poteva concepire. Per me che arrivai conoscendolo, ma senza averlo mai visto - come si suol dire - nemmeno in cartolina, fu un colpo al cuore. Indovinammo anche il momento migliore per la visita, poiché, data la sua collocazione sulla cima di una montagna a oltre duemila metri di altezza, occorrerebbe salire sulla montagna o all’alba o al tramonto. Non sto a dilungarmi. Rimando al racconto Sorrisi di pietra.

Pamukkale. La misura della differenza che mostrano Pamukkale e le sue straordinarie piscine, tanto bianche da sembrare di marmo, tra oggi e più di trent’anni fa, la fornisce internet. Digitare “pamukkale” su Google significa vedersi proporre da Booking una marea di alberghi. Triste. Allora il sito non era ancora patrimonio UNESCO (lo è dall’88) e nessun albergo sfruttava il luogo e nessun recinto teneva lontani i visitatori. C’erano solo ragazzini che cercavano di vendere finti bronzetti “antichi” agli sprovveduti. Null’altro, solo la bellezza commovente del luogo.

Le spettacolari piscine naturali di Pamukkale. Turchia


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