Se fermorno. Se fecero coraggio:
"Ah quell'omo!" je fecero, "chi sete?".
" Eh - fece, - chi ho da esse? So' un servaggio.
E voi antri quaggiù chi ve ce manna? ".
"Ah - je fecero, - voi lo saperete
quanno vedremo er re che ve comanna".
E quello, allora, je fece er piacere
de portalli dar re, ch'era un surtano,
vestito tutto d'oro, co' 'n cimiere
de penne che pareva un musurmano.
E quelli, allora, co' bone maniere,
dice: "Sa? noi venimo da lontano,
per cui, dice, voressimo sapere
si lei siete o nun siete americano".
"Che dite?" fece lui, "de dove semo?
Semo de qui; ma come so' chiamati
'sti posti" fece "noi nu' lo sapemo ".
Ma vedi si in che modo procedevano!
Te basta a di' che lì c'ereno nati,
ne l'America, e manco lo sapevano.
(Cesare Pascarella - 1858-1940)
Se fermorno. Se fecero coraggio:
Più del famoso viaggio di Colombo, ho sempre associato l'America a questa strepitosa poesia di Pascarella che ricordo letta in I liceo dal professore di filosofia che, per un giorno, abbandonò le sue confuse lezioni per recitarci le opere del geniale scrittore romano, tra le quali spicca, appunto, La scoperta de l'America.
Anche perché, ad essere sincero, se devo collegare all'America il viaggio di Colombo, mi viene in mente, piuttosto, questo spiacevole aneddoto.
“Gringo de mierda, que quieres aquì?” mi apostrofò una vecchia signora al mercato di Otavalo (Ecuador). Pronunciò queste parole in fretta, con lo sguardo basso e sgusciando via tra la folla in un baleno, forse spaventata dal suo stesso ardire o forse temendo una reazione violenta da parte mia.
C'è chi non festeggia il 12 ottobre la scoperta dell'America
Otavalo - Ecuador
Ma come avrei potuto reagire? La pelle chiara, i capelli biondi mi condannavano al mio destino di straniero e, in America Latina, di gringo. Era ottobre e nel paese era tempo di elezioni. Nel mercato i muri esibivano manifesti e scritte elettorali. Tra i tanti messaggi che invitavano a votare per questo o quel candidato, alcuni, a volte tanto estesi da coprire un’intera casa, non parlavano delle elezioni imminenti ma di un evento accaduto cinquecento anni prima e di cui ricorreva in quei giorni l’anniversario. Le scritte, lapidarie come tutti gli slogan, dicevano “12 ottobre, un giorno nero per gli indios”, oppure “12 ottobre, giorno nero per l’America”, o ancora “gli indios non festeggiano e non commemorano la chiamata del 12 ottobre, festa dei ricchi e degli sfruttatori”. Parole umilianti per me, connazionale di Cristoforo Colombo.
Otavalo - Ecuador
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