Lo Ksar Ouled Soltane - Tunisia |
Itinerario: Tunisi, Bulla Regia, Dougga, Sbeitla, Gafsa, Gole di Selja, Tamerza,
Tozeur, Chott El Jerid, Douz, Matmata, Medenine, Tataouine e gli ksar del sud,
Chenini, I villaggi berberi di montagna, Gabés, El Jem, Kairouan, Takrouna,
Thuburbo Majus, Oudna, Tunisi
Periodo: dicembre 2006 –
gennaio 2007
Durata: 2 settimane
Spiagge, spiagge e
ancora spiagge, fino a Djerba, anch’essa un’unica spiaggia. Se è questa l’idea
che abbiamo della Tunisia, posso testimoniare che ne esiste un’altra, nettamente
più bella e interessante che non a caso chiamerei “l’altra Tunisia”, quella
vera.
Visitai la Tunisia la
prima volta nel 1975 e a distanza di più di 30 anni ho potuto costatare i danni
prodotti dal turismo di massa, soprattutto a Tozeur, una delle più belle oasi
che abbia mai visto in vita mia. Anche la spettacolare strada asfaltata che
attraversa dritta come una freccia la distesa salata del Chott El Jerid ruba
fascino a un meraviglioso spettacolo naturale: il tramonto sulla distesa piatta
e salata che spazia tutt’intorno a perdita d’occhio a 360 gradi.
Tramonto sul Chott el Jerid - Tunisia |
Nel 1975 la
strada non esisteva, c’era solo una pista che non ci azzardammo a percorrere
per paura di sprofondare con le auto nell’insidioso e poco rassicurante fondo
di sale.
Il teatro di El Jem
che, dimensioni a parte, non ha nulla da invidiare al Colosseo romano, allora
si stagliava solitario in mezzo al deserto, circondato dalla greggi e dalle
tende dei pastori nomadi. Nel 2007 lo trovai transennato e soffocato da auto e
venditori ambulanti alla caccia dei turisti ai quali vendere orrendi souvenir.
Qui è
la patria di Luke Skywalker. Se siete fan di Guerre Stellari, in Tunisia
siete a casa vostra. Qui è nato Luke Skywalker e da qui è passato lo Jedi.
Molti episodi della saga di George Lukas sono stati girati dalle parti di
Tataouine, Matmata, Nefta, Chott el Jerid, allo ksar Hadada e allo ksar Ouled
Soltane. Ci sono molte le location, ormai
diventate mete turistiche, almeno una decina.
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I personaggi di Star Wars |
Ci sono appositi siti web che forniscono notizie dettagliate. Non sono una fanatico di Star Wars, ma devo dire che trovarmi nei luoghi che videro le mirabolanti avventure di C1-P8 e C-3PO mi colpì profondamente.
I mosaici del Bardo
L'attentato al museo del Bardo di Tunisi (18 marzo 2015) ha purtroppo legato questo bellissimo
luogo della cultura e della storia del paese a un ricordo orrendo. Invece, fra reperti
punici e opere arabo-islamiche, ospita la più ricca collezione di mosaici di
epoca romana mondo, tutti in perfetto stato di conservazione, ritrovati nelle
splendide città romane del paese. Rappresentano molte divinità, ma anche
soggetti floreali, animali e mappe territoriali.
.
Originale e spettacolare il
mosaico intitolato La proprietà del signore Giulio, un signore alquanto
ricco, uno dei pezzi principali del museo proveniente da Cartagine del V
secolo. Lascio la parola a Wikipedia per la descrizione: “rappresenta una
grande proprietà al centro della quale è raffigurata una villa romana attorniata da scene
ripartite su tre livelli. Nella parte a sinistra,
il proprietario arriva a cavallo seguito da un valletto. A destra è
rappresentata la partenza per una battuta di caccia. Nel livello superiore, il
mosaico mostra scene che evocano l'inverno e l'estate. Al centro, si vede la
moglie del proprietario dentro un boschetto all'ombra di cipressi. Infine, al
livello inferiore, si vede la padrona appoggiata a sinistra su di una colonna e
il padrone della proprietà seduto a destra dentro un frutteto mentre riceve
dalle mani di un servitore una lettera sulla quale si legge «D(omi) no Ju(lio)»
(Al signore Julius)”. Una vera enciclopedia delle vita in campagna.
E poi, uno più bello
dell’altro: Perseo libera Andromeda, Virgilio ascolta Clio e Melpomene, Venere alla toilette, Corsa
di carri in un circo, I ciclopi forgiano i fulmini di Giove, Trionfo
di Nettuno, Ulisse e le sirene, Teseo e il Minotauro.
Tunisia romana. So da tempo che per vedere le
migliori vestigia della romanità occorre andare in Africa, in Tunisia, appunto,
oppure in Libia o anche in Marocco. Ma mai avrei immaginato un tale livello di
splendore e sopratutto di qualità e quantità delle rovine. Rovine? Qui parliamo
di città romane risalenti ai tempi del massimo splendore dell’impero romano (I
– IV secolo) i cui resti vanno ben oltre le rovine. Bulla
Regia, Dougga, Sbeitla, El Jem, Thuburbo Majus (solo
per citare le più famose) mi meravigliarono per il livello dei loro templi
rimasti quasi integri.Molti dei mosaici esposti al Bardo di Tunisi porvengono
da queste città e altri sono ancora sul posto esposti all’ammirazione dei
visitatori. In particolare mi colpì Bulla Regia che mostrava alcune
eleganti ville scavate sottoterra per difendersi dal caldo estivo e dal freddo
invernale, come poi i berberi hanno continuato a fare nei secoli più a sud,
soprattutto nei dintorni di Matmata. Un modo di costruire molto intelligente
che la Rough Guide aveva il coraggio di definire “troglodita”.
Tozeur: icona del turismo ricco e cialtrone. Arrivai per la prima volta a Tozeur nell’estate
del 1975 in occasione del mio secondo viaggio africano. Rimasi meravigliato dalla sua bellezza. A quei tempi il turismo nemmeno sapeva della sua esistenza. Un palmeto enorme e rigoglioso, un punto verde tra le
dune alle propaggini orientali del Sahara. Gente simpatica che non campava sul
turismo ed era curiosa di te. Piccoli orti magnificamente coltivati e mantenuti
dove cresceva di tutto. Piccoli ruscelletti di preziosissima acqua portavano
ristoro agli alberi da frutto, alle verdure e al foraggio per gli animali. La
sterminata solitudine della distesa salata del Chott el Jerid a sud-est e del Chott
el Garsa a nordovest. Erano le prime volte che vedevo i cammelli (anzi i
dromedari) per cui figuriamoci il mio entusiasmo per Tozeur.
Nel
2006, al mio ritorno, trent’anni non erano trascorsi invano. Turisti a frotte,
un assalto continuo di venditori ambulanti di qualsiasi cianfrusaglia
pseudoartigianale, il palmeto invaso da alberghi a 5 stelle che per garantire
acqua alle docce degli ospiti stavano drasticamente condannando l’oasi alla
siccità e riducendo l’estensione del palmeto. De profundis per l’oasi perduta quindi… Tuttavia la khasbah era stata ristrutturata con
gusto e criterio e metteva in evidenza un’architettura straordinaria e,
soprattutto, originale.
Pertanto,
se vi capita di andare a Tozeur, evitate per favore la “meharata” a dorso di
cammello condotta dal falso beduino con incluso picnic a base di couscous sotto la falsa tenda berbera.
Piuttosto andate in giro per la khasbah con il naso all’insù. Potrete ammirare i muri delle vecchie case coperte da decorazioni geometriche di pregevole fattura. Non sono pitture, né sculture, sono decorazioni formate da mattoni che sporgono un po’ dal muro seguendo uno schema preciso. Questa elegante sistemazione è in parte decorativa, ma soprattutto ha lo scopo di bloccare i raggi del sole che entrano a piombo nelle strette viuzze. Noterete che ogni mattone sporgente crea qualche centimetro di ombra sotto di sé e sotto l’ombra un altro mattone sporgente ripete il gioco e assolve al medesimo compito. Il risultato? Il muro è quasi del tutto in ombra e quindi più fresco. Un’idea geniale che si trova solo qui e a Nefta, quasi al confine con l’Algeria. Per resto… a Tozeur… solo tristezza.
Piuttosto andate in giro per la khasbah con il naso all’insù. Potrete ammirare i muri delle vecchie case coperte da decorazioni geometriche di pregevole fattura. Non sono pitture, né sculture, sono decorazioni formate da mattoni che sporgono un po’ dal muro seguendo uno schema preciso. Questa elegante sistemazione è in parte decorativa, ma soprattutto ha lo scopo di bloccare i raggi del sole che entrano a piombo nelle strette viuzze. Noterete che ogni mattone sporgente crea qualche centimetro di ombra sotto di sé e sotto l’ombra un altro mattone sporgente ripete il gioco e assolve al medesimo compito. Il risultato? Il muro è quasi del tutto in ombra e quindi più fresco. Un’idea geniale che si trova solo qui e a Nefta, quasi al confine con l’Algeria. Per resto… a Tozeur… solo tristezza.
Fortini,
Ghorfa e Ksour. Si collocano certo tra le più originali e strane
forme di architettura da me conosciuta. Quando gli arabi invasero la regione,
le popolazioni berbere furono costrette a ritirarsi sulle montagne del sud e a difendersi.
Costruirono allo scopo fortini che tempo divennero ksar (villaggi fortificati). Composti generalmente da granai e abitazioni,
ancora oggi li troviamo su colline e punti sopraelevati.
Alla base della costruzione dello ksar
c’era un modulo abitativo detto ghorfa (camera), che serviva
per immagazzinare, e nel caso difendere, le derrate alimentari. Le ghorfa che potevamo ammirare a ksar
Hadada o a Ksar Ouled Soltane, costruite su piani sovrapposti (fino a 7 o 8)
avevano una sola apertura, una porta rivolta verso il centro dello ksar che per questa originale
sistemazione assomigliava a un alveare. Sulla parete di fondo delle ghorfa non si aprivano finestre e per
questo il fondo stesso fungeva da muro difensivo esterno dello ksar. Un sistema ingegnoso e pratico.
Aggirandomi per i cortili di queste cittadelle circondati da cellette tanto originali
potevo capire come a Lukas fosse venuto in mente di pensarle come luoghi adatti
a ospitare un futuro fantastico e squinternato, nei fatti e nei personaggi,
come quello immaginato per Star Wars.
Per
qualche fosfato in più. Auricolare all’orecchio, Per qualche dollaro in più a tutto volume, andammo alla stazione di
Metlaoui (sulla strada che collega Gafsa a Toseur). Che c’entrava la musica di
Morricone? Stavamo andando a prendere un trenino storico originario dell’800
per inoltrarci nelle spettacolari gole di Selja. Treno e scenario da Far West, appunto.
Il treno che attraversa le gole di Selja - Tunisia |
Serviva per
trasportare a Motlaoui i fosfati estratti dalle miniere ancora attive a una
trentina di chilometri di distanza. A causa del progressivo esaurimento delle
miniere, il treno aveva diminuito le corse dedicate al trasporto dei fosfatai,
ma aveva aumentate quelle turistiche. Ne
valse sicuramente la pena. In realtà la miniera era meno che interessante, ma
il viaggio, con fermate lungo il percorso nei tratti più spettacolari, si compiva attraverso un canyon magnifico. Da aspettarsi da un momento all’altro di vedere
spuntare, dalle creste delle pareti a strapiombo che incombono attorno, la
figura di Geronimo circondato dai suoi Apaches.
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