lunedì 20 settembre 2021

Viaggio Ritorno in Bretagna

Il calvario di Plougonven 
Bretagna - Francia
Paese attraversato: Francia

Itinerario: Vannes, golfo del Morbihan, Josselin, Kernaskléden, Quimper, la Cornovaglia, penisola di Crozon, i Recinti Parrocchiali Bigodini, Morlaix, Treguier, Cap Frehel, Saint Malo, Cancale, Fougeres

Periodo: luglio 2021

Durata: due settimane

34 anni! Tanti ne sono passati dalla mia prima visita a questa bellissima regione. Nel 1987 era ancora “isolata”, nonostante la non eccessiva distanza da Parigi, considerata un po’ il sud della Francia: povera, arretrata… E nonostante la vicinanza con la “fighetta” Normandia. Ovviamente questo ne faceva, per me, una regione più interessante di tante altre: tanto verde, una mare splendido, una costa di incomparabile bellezza, una storia immensa da raccontare, un'architettura religiosa e militare di rara importanza.

Il turismo di massa non l’aveva ancora intaccata granché, nemmeno la costa (il mare è freddissimo) e, come al solito, il ritorno tanti anni dopo ha dovuto prendere atto dei profondi cambiamenti, non sempre positivi. Per dire: raggiungere la magnifica isoletta di Ouessant, l’estrema propaggine ovest della penisola, occorrevano almeno due ore di traghetto su un mare perennemente agitato (ne so qualcosa), ora bastano 20 minuti di aereo. Cioè hanno costruito sull’isoletta un aeroporto, devastando, immagino, le distese di erica che era la caratteristica di Ouessant. Avevamo intenzione di ritornarci quest’anno, per questa ragione abbiamo rinunciato.

Come pure non si incontrano più le donne (ovviamente ormai anziane) che allora si potevano ancora incontrare nei paesi dell’interno con in testa la caratteristica cuffia di pizzo bianco inamidato e che oggi ormai si possono vedere solo agli spettacoli folcloristici (denominati pomposamente “festival interceltici”) di Lorient e Quimper.

Foto delle donne di Pougastel-Doulas, inizi anni '50 - Bretagna - Francia
Notare che tutte indossano la caratteristica cuffia inamidata, oggi del tutto scomparsa

Il turismo ha ovviamente procurato anche profondi miglioramenti, come per esempio il restauro meticoloso di quasi tutti i recinti parrocchiali (vedere dopo) e sono molti. Tuttavia un viaggio in Bretagna va amato ancora oggi, perché si attraversa ogni giorno una campagna curatissima, nella quale di alternano i campi gialli di grano e verdi pascoli nei quali si aggirano placidamente mandrie di mucche al pascolo.

Bassa marea sulla Manica - Bretagna - Francia

Anche chi ha visto le maestose maree della vicina Normandia non può non meravigliarsi di fronte a quelle di Saint Malo, anche se sono un po' più contenute. E viene da sorridere vedendo a orari fissi greggi di barche sdraiate su un fianco in attesa che il mare dopo qualche ora le faccia galleggiare di nuovo. E vedere anche intense partite di calcio e pallavolo giocate sulla sabbia provvisoriamente libera dall'acqua.

Con la bassa marea si può giocare a pallavolo - Bretagna - Francia

Un’ultima nota molto positiva: il tutta la Bretagna le autostrade sono gratis!

Cos’è un recinto parrocchiale (enclos paroissial)? Si tratta di un’entità architettonica e religiosa che troviamo ovunque in Bretagna, soprattutto nella parte estrema della regione: il Finistère. Qualcosa di assolutamente unico. L’enclos paroissial disegna uno spazio, circondato da un muro, contenente la chiesa e diversi annessi:

-      - Il cimitero (oggi spesso privato delle tombe)

-    - L'entrata monumentale che dà accesso al recinto

-      - Il calvario

-      - L’ossario, destinato in origine a ricevere le ossa provenienti dalla chiesa

-     -  Il portico e la sacrestia annessi alla chiesa

Il recinto parrocchiale di Saint Thegonnec. Da sx: il portale, l'ossario, il calvario e la chiesa 
Bretagna - Francia

La nozione di enclos paroissal è stata forgiata qui, nel cuore della Bretagna. Non che qui ne abbiano il monopolio, perché che la chiesa sia circondata da un cimitero chiuso era un principio diffuso alla fine del medio evo. Ma qui la chiesa e i suoi annessi mostrano una monumentalità eccezionale, quasi incomprensibile per le dimensioni odierne, piuttosto modeste, dei paesi che li ospitano. Vale ovunque: a S. Thégonnec, a Guimiliau, a Lampaul-Guimiliau, Sizun, Plovan, Pleyben, Pluogonven, per citare i più belli. Il motivo è semplice: questi enclos hanno potuto beneficiare dell’età d’oro della Bretagna (XV-XVII secolo) soprattutto dove si produceva la tela di lino. E hanno anche beneficiato di un contesto intensamente religioso, un cattolicesimo romano unanime che cercava di impressionare, educare, sedurre. Un cattolicesimo molto attaccato al suo campanile, ai suoi santi, a suoi morti.

Il calvario di Plougastel-Daoulas - Bretagna - Francia

L’elemento più originale e spettacolare di un enclos è senza dubbio il calvario. Si tratta di una scultura che imita di solito un piccolo arco di trionfo o un altare, sormontato da sculture (di circa 50 cm di altezza) poste su piani diversi in altezza e profondità. Nei calvari più complessi, le statue possono superare i 200 elementi. Tutti presentano scene che mostrano i diversi episodi della vita della Vergine e del Vangelo. Più si sale verso l’alto e più le scene diventano drammatiche (l’Ultima Cena, l’arresto del Cristo, il processo, la condanna a morte) per culminare sulla sommità con la crocefissione. Da qui il nome di calvari. Era un tipico modo per raccontare al popolo analfabeta gli elementi costitutivi della religione cristiana.

Durante la mia prima visita mostravano un profondo degrado derivato da qualche centinaio di anni di vita. In questo viaggio, come detto, li ho trovati invece restaurati e ricondotti al loro splendore originario.

La morte e l’inferno a Kernascléden. La chiesa di Nostra Signora di Kernascléden (consacrata nel 1463) è di per sé un esempio mirabile di architettura che tende alla perfezioni fino ai più piccoli dettagli. Il campanile, slanciato, i rosoni, i pinnacoli contribuiscono a decorare l’edificio senza sovraccaricarlo inutilmente.

Gli affreschi del soffitto della chiesa di S. Maria di Kenascléden - Bretagna - Francia

Ma lo spettacolo lo troviamo dentro la chiesa. Le volte e i muri che sostengono le grandi arcate, riportano una serie di affreschi (XV secolo) che illustrato gli episodi più significativi della vita di Gesù e della Vergine. Molto ben conservati. Purtroppo rovinata invece una “danza macabra” e un’originale rappresentazione dell’inferno. Un’opera unica, sembra, per la quantità dei supplizi immaginati per i peccatori e per la rarità con la quale i due temi (danza macabra e rappresentazione dell’inferno) vengono abbinati. Impressionante la file dei personaggi (dai nobili al popolo) che danzano inframmezzati, a due a due, da uno scheletro (la morte) che ne accompagna i passi. Da non perdere.

Terra di fari. La Bretagna, terra estrema, si protende verso l’oceano e assiste da sempre all’inteso traffico marittimo diretto e proveniente dalla manica e dal mare del Nord. La costa, frastagliata e rocciosa, ha sempre reso la navigazione pericolosa e i naufragi frequenti. 

Il faro di Cap Frehel - Bretagna - Francia

Da qui la necessità di difendere le navi segnalando scogli e promontori. Da qui il numero elevato di fari: ben 50. Sono strutture imponenti (alcuni sono stati costruiti verso la metà dell’800) che meritano di sicuro una visita. Esistono circuiti dedicati ai tour che vanno alla loro ricerca che può essere un po’ complicata dal fatto che diversi (forse i più spettacolari) si trovano ovviamente in mare o sulle isole.

Un mondo megalitico. Alla vista, come ben sappiamo, sono pietre, ma uno come me, che ama la storia dell’uomo e della sua evoluzione, si emoziona quando scopre che quelle “pietre” sono state lavorate, scolpite e trasportate per chilometri 4.000 o 6.000 anni fa. E allora provavo a immaginare quegli uomini che riuscirono ad erigere un menhir (pietra verticale) di 18 metri di altezza (330 tonnellate) prelevandolo dall’unico sito della regione che fornisce quel tipo di roccia e che dista 12 km. Il tempo poi si è incaricato di farlo cadere su un lato ma, seppur spezzato i tre tronconi, è ancora là, da 6.500 anni! Non è il solo manufatto archeologico del sito di Locmariaquer. Ci sono anche dei dolmen (vestigia di camera funeraria) molto ben conservati (i più belli: la Table de Marchand, ad esempio, o quello di Mané-Lud).

Il più spettacolare in assoluto (e anche il più grande) è il dolmen eretto sull’isoletta di Grevins 4.500 anni fa. Un corridoio di 14 metri di lunghezza porta alla camera funeraria, lastre di granito addossate alla pareti e al soffitto mostrano incisioni di asce, frecce e, soprattutto, enormi spirali. Uno spettacolo!

La camera funeraria del tumulo di Grevins (circa 4.500 anni fa) - Bretagna - Francia

Infine, c’è da aggiungere qualcosa che già non si sappia su Carnac che si trova a pochi chilometri da Locmariaquer? Tremila menhir, allineati perfettamente in fila lunghe centinaia di metri, parlano da soli, lo stesso linguaggio con cui mi parlavano già 34 anni fa.

Uno degli allineamenti di megaliti di Carnac - Bretagna - Francia

Insomma una giornata dedicata a queste meraviglie andrebbe prevista, magari due. Anche perché una concentrazione di reperti megalitici di un simile livello, in un’area tanto limitata, non ha molti altri esempi al mondo.

Castelli e fortezze. C’è un percorso per ogni tema in Bretagna: quello dei fari, quello dei calvari… Ebbene c’è anche quello delle fortezze. La loro posizione geografica, protesa vero l’oceano e la Manica, sembra averle relegata al ruolo di sentinella di Francia, baluardo contro nemici in arrivavano dal mare. Ci sono fortificazioni risalenti alla preistoria e ci sono quelle a difesa della costa nord costruite dai tedeschi nella seconda guerra mondiale, anche se meno imponenti di quelle della Normandia.

La fortezza di La Latte a difesa della baia di Saint Malo - Bretagna - Francia

Tuttavia le fortificazioni più affascinanti, se possiamo usare questo termine, risalgono al XVII secolo, costruite ai tempi di Luigi XIV, quando Brest divenne un importante arsenale e, a protezione, furono costruite fortificazioni nei punti strategici della costa, principalmente sulla della penisola di Crozon: Vauban, Roscanvel, la punta degli Spagnoli… Tutte costruite i punti strategici della costa e quindi spettacolari.

Inoltre, come in tutta la Francia, abbondano nella regione numerosi castelli che abbinano la potenza militare espressa dai loro bastioni e dalle loro mura all’eleganza, a volte allo sfarzo, dei loro interni. Ricordo con particolare affetto i castelli du Suscinio e quello di Josselin, senza dimenticare Fougères, più fortezza che castello.

Bambole e giocattoli. Parecchi anni fa, Antoinette de Rohan scopre nel granaio del castello di Josselin, di proprietà del marito, una collezione di bambole iniziata alla fine del XVIII secolo da un’antenata. Impiega anni per catalogarle, ricercare le origini, datarle (le più antiche sono del 17° secolo). Nell’1984 inaugura il museo. 

Lo spettacolare castello di Josselin - Bretagna - Francia

Quindi nella splendida cornice del castello di Josselin è possibile ammirare una collezione straordinaria di bambole (più di 5.ooo pezzi!) antiche e moderne, provenienti da tutto il modo (Bretagna e Giappone particolarmente rappresentati) comprendenti non solo bambole, ma anche giocattoli, giochi di società, treni, aerei, case di bambole e altro ancora.

Bambola giapponese al museo delle bambole e dei giocattoli
Castello di Josselin - Bretagna - Francia

Qualche ora nel mondo magico della fantasia.

 

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