Nel
maggio del 2025, a Parigi, alla mostra “Tous Leger” (“Tutti Leger”), che
presentava le opere del pittore francese Fernand Leger (prima metà del ‘900) e
dei suoi “seguaci”, ho conosciuto Niki de Saint Phalle, un’artista
franco-americana che non conoscevo. Ed è su Niki che cadde la mia curiosità, non
solo per i suoi lavori esposti alla mostra, ma anche per la sua più
sorprendente opera, che non era alla mostra: Il giardino dei tarocchi. Non si tratta certo di un’opera
“normale”. Come racconta la stessa artista, nel 1955 andò a Barcellona e vide
il parco Güell di Antoni Gaudì. Fu un colpo di fulmine. Decise di dedicare al
sua vita al Giardino dei Tarocchi e mantenne la promessa: ci lavorò fino alla
morte che avvenne nel 2002. Chi visiterà il giardino Niki, magari dopo aver visto
l’opera barcellonese di Gaudì, capirà perché e quali sono le attinenze tra i
due parchi. In più di venti anni Niki distribuì in un meraviglioso parco
naturale bellissime statue, per lo più rappresentazioni dei principali arcani dei tarocchi.