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Zebra di montagna - Samburu N.P. - Kenya (notare le strisce molto più sottili di quelle della più comune zebra di Burchell) |
Itinerario:
In Kenya: Nairobi, Amboseli Nat.
Park, Maasai Mara Nat. Reserve, Samburu Nat. Park
In Tanzania: Arusha, Arusha Nat. Park,
Mount Kilimanjaro Nat. Park, Moshi, Dar Es Salaam, Morogoro, Mikumi Nat. Park,
Selous Game Reserve, Tarangire Nat. Park, Lake Manyara Nat. Park, Ngorongoro
Crater Conservation Area, Lake Natron
Periodo: agosto-settembre 1995
Durata: 1 mese
Un mese intero in Kenya e Tanzania attraverso i
parchi più belli e famosi dell’Africa orientale. Approfittammo solo un paio di
lodge che a quei tempi scarseggiavano, perché soprattutto la Tanzania non era
ancora una meta presa d’assalto dal turismo di massa. Stavamo per lo più in
tenda in campeggi spesso molto spartani, a volte recintato a volte no. In
cambio la vita di campeggio ci permetteva un contatto più diretto con la natura
e “incontri ravvicinati” (anche notturni) gli animali che il lodge non può
regalare. A questa collana manca purtroppo una delle perle più preziose: il
Serengeti Nat. Park. Una devastante rottura del nostro fuoristrada ci impedì di
completare il tour. Peccato, ma prima o poi rimedierò. (P.S.: ho rimediato nel 2018 con il Viaggio in Tanzania (Serengeti))
Natura e animali, animali e natura, per un mese.
Solo due eventi interruppero per un paio di giorni questo ritmo:
- una parziale, molto parziale, ascesa (arrivammo a meno di 3.000 metri) del Kilimanjaro
- una durissima trasferta dal lago Manyara allo spettacolare lago Natron nel nord della Tanzania che purtroppo già allora cominciava a denunciare un preoccupante calo del livello dell’acqua.
Non ho altro da aggiungere. Se non si è un po' specialisti non è fondamentale distinguere un parco da un altro e gli animali in generale sono troppo popolari per non essere riconosciuti. Quindi se amiamo la natura godiamoci le immagini che spero piacciano a tutti come piacciano a me.
Il divin codino. Era il soprannome di Roberto Baggio, uno dei più grandi calciatori italiani di sempre. E trovare un suo enorme murale in una piazza di Morogoro nel sud della Tanzania, fu una felice sorpresa.
Il divin codino. Era il soprannome di Roberto Baggio, uno dei più grandi calciatori italiani di sempre. E trovare un suo enorme murale in una piazza di Morogoro nel sud della Tanzania, fu una felice sorpresa.
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Il murale del Divin Codino a Morogoro - Tanzania |
Che fosse lui non c’erano dubbi, non per
l’inesistente somiglianza che il pittore non era riuscito a imprimere nel
murale, ma appunto per l’inconfondibile codino che portava. E per
il classico 10 che aveva sulla maglia. Era trascorso un anno dai
mondiali di calcio USA ‘94, nei quali eravamo arrivati alla finale di Pasadena
col Brasile. Fu una delle troppo partite importanti che nella nostra storia calcistica
abbiamo perso ai rigori e anche Robby contribuì sbagliando proprio l’ultimo.
Comunque anche nel cuore della Tanzania, quando Internet e il WEB erano ancora
di là da venire e perfino la teleselezione raggiungeva pochi paesi, Baggio era
un mito.
Big Five. Riuscire a vedere i Big Five rappresenta la speranza di ogni viaggiatore/fotografo che attraversi i parchi africani. Si tratta di: leone, rinoceronte, bufalo, leopardo, elefante. Alcuni sono abbastanza diffusi e non è un problema incontrarli: leone ed elefante, altri lo sono di meno: bufalo e rinoceronte, l'ultimo è decisamente raro ed elusivo: leopardo. In tutta la mia vita ne ho avvistati solo tre. Oltre alla loro frequenza, per avvistarli sono importanti il paese e il parco stesso, oltre alla fortuna: chi è raro in un luogo, a volte è frequente in un altro e viceversa. Tutti stanno soffrendo per il bracconaggio e la distruzione del loro habitat e tutti sono in declino, tuttavia può essere che i rinoceronti neri, che al Maasai Mara erano quasi scomparsi al tempo della mia visita, oggi sia siano ripresi, magari rinvigoriti da immissioni di esemplari arrivati da un altro paese. Il Sudafrica ad esempio è un esportatore di rinoceronti bianchi. Insomma vederli tutti nello stesso viaggio non è facile, ma con profonda gioia noi ci riuscimmo.
Big Five. Riuscire a vedere i Big Five rappresenta la speranza di ogni viaggiatore/fotografo che attraversi i parchi africani. Si tratta di: leone, rinoceronte, bufalo, leopardo, elefante. Alcuni sono abbastanza diffusi e non è un problema incontrarli: leone ed elefante, altri lo sono di meno: bufalo e rinoceronte, l'ultimo è decisamente raro ed elusivo: leopardo. In tutta la mia vita ne ho avvistati solo tre. Oltre alla loro frequenza, per avvistarli sono importanti il paese e il parco stesso, oltre alla fortuna: chi è raro in un luogo, a volte è frequente in un altro e viceversa. Tutti stanno soffrendo per il bracconaggio e la distruzione del loro habitat e tutti sono in declino, tuttavia può essere che i rinoceronti neri, che al Maasai Mara erano quasi scomparsi al tempo della mia visita, oggi sia siano ripresi, magari rinvigoriti da immissioni di esemplari arrivati da un altro paese. Il Sudafrica ad esempio è un esportatore di rinoceronti bianchi. Insomma vederli tutti nello stesso viaggio non è facile, ma con profonda gioia noi ci riuscimmo.
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