mercoledì 22 gennaio 2020

Viaggio in IRLANDA, IRLANDA del NORD (viaggio ATM)

Irlanda tipica
Paesi attraversati: Irlanda, Irlanda del Nord 
Itinerario: 
-In Irlanda: Dublino, Belfast, Donegal, Sligo, Galway, Limerick, Dingle, Cork, -Carlow, Dublino
-In Irlanda del Nord: Belfast, Giant’s Causeway
Periodo: agosto 1989
Durata: 3 settimane
Ne parlo nel libro: Ci sono posti così 

Per parlare del mio viaggio in Irlanda, comincio dai versi de “Il cielo d’Irlanda” di Fiorella Mannoia. Ritengo che accolgono in sé la rappresentazione più bella del paese e anche la più aderente alla realtà:

Il cielo d'Irlanda è un oceano di nuvole e luce
Il cielo d'Irlanda è un tappeto che corre veloce
Il cielo d'Irlanda ha i tuoi occhi se guardi lassù
Ti annega di verde e ti copre di blu
Ti copre di verde e ti annega di blu


Perché è vero che il cielo d’Irlanda ci seguiva ogni giorno, ci accompagnava sempre - forse perché viaggiavamo in macchina - specchiandosi nel blu del mare, nelle scogliere che precipitavano sulle spiagge deserte e riversavano una luce speciale sulle praterie punteggiate dal bianco mantello delle pecore. E il bello è che non cambiava molto quando pioveva: e in quei giorni, tutt’altro che rari, succedeva solo che il cielo perdeva il blu e adottava il grigio scuro o nero delle nuvole, il resto cambiava poco.

Il cielo d'Irlanda
Le strade strette fiancheggiate dagli onnipresenti muretti a secco ci seguivano sempre, mentre in lontananza un’abbazia o un castello in rovina – e sono tanti - riportavano il pensiero ad una storia che ancora pretendeva attenzione. Solo le città – Dublino e ovviamente quelle dell’Irlanda del Nord: Belfast e Londonderry – richiamavano ad un presente condizionato da una discreta povertà e dalle dure contrapposizioni tra IRA e governo di Londra. Caratteristiche che lo “sviluppo” capitalistico successivo hanno certamente modificato. Fu un viaggio di piacere, ma le vicende politiche e quasi militari a cui facevo riferimento sopra non potevano rimanere estranee al mio interesse. E proseguo con quelle.

La questione irlandese. Non so quanti si ricordino oggi i contorni di questa tragedia che insanguinò il paese per decenni. Al tempo del nostro viaggio manifestava la sua massima espressione, si respirava nell’aria. Al punto che preferimmo tagliare fuori dal nostro itinerario Londonderry, città allora molto "calda". 
Non è questa la sede per affrontare un tema di tale importanza, in merito ho le mie convinzioni, ma non le conoscenza adeguate. Aggiungo solo questo link per chi volesse rinfrescarsi la memoria: http://www.treccani.it/enciclopedia/la-questione-irlandese-cronologia-essenziale_%28Atlante-Geopolitico%29/

Bobby Sands. La sua storia mi aveva sconvolto, soprattutto il fatto che potesse svolgersi in quagli anni nel “civile” Regno Unito. Bobby Sands fu il primo dei prigionieri politici irlandesi dell’IRA morto a 27 anni dopo 66 giorni di sciopero della fame. Un fatto che aveva sconvolto il mondo intero, capitato non nel medioevo, ma il 5 maggio del 1981 a Lisburn, solo qualche anno prima del mio arrivo, in Irlanda del nord, ai tempi di Margaret Thatcher. Anche in questo caso, per rinfrescarsi la memoria: https://it.wikipedia.org/wiki/Bobby_Sands.

Attraversare un confine assurdo. Gli effetti della questione irlandese si potevano percepire ovunque, come ho detto. Ho un ricordo preciso di questo, mi basta ritornare col ricordo all’allucinante attraversamento del confine tra Irlanda e Irlanda del nord che non era presidiato da poliziotti, ma da soldati. I loro occhi sospettosi, che saettavano dal passaporto al mio volto e confrontavano la foto con l’originale, non emergevano da sotto il berretto di una divisa, ma da sotto un elmetto. Un sbarra bloccava la nostra auto che venne ispezionata con puntiglio. Oltre la sbarra la strada proseguiva placida verso Belfast, facendosi largo nell’incantevole verde della campagna campagna irlandese. Il magnifico paesaggio, che non avevo il tempo di ammirare, sembrava chiedere scusa per la squallida casamatta della frontiera. I soldati  che ci controllavano erano spalleggiati da due colleghi con le armi spianate.
Impiegai un po’ di tempo per rendermi conto di una situazione in cui non mi ero mai trovato: di fronte a me, oltre la sbarra frontaliera, ai lati della strada altri quattro soldati, sdraiati a terra e riparati dietro alcuni ai sacchetti di sabbia, puntavano su di noi armi più pesanti dei fucili, forse mitragliatrici. Non so, no sono pratico d'armi. Stentavo a credere a miei occhi, una scena da seconda guerra mondiale.
Ero alla guida e chiesero a me di scendere dall’auto e di aprire il baule. Si sa che se si abbandona il pedale del freno di un’auto col cambio automatico, l’auto si muove. Scendendo evidentemente mi accadde e l’auto fece un piccolo movimento in avanti. La bloccai subito, ma quel piccolo sussulto, forse scambiato per un tentativo di forzare il posto di blocco, fece scattare l’allarme. I fucili si alzarono e, peggio ancora, un preoccupante click si udì provenire dalle parti dei militari piazzati ai lati della strada. Ma stiamo scherzando? Dove sono finito? pensai preoccupato. La reazione, evidentemente esagerata, non scalfì l’impassibilità dei militari che procedettero all’ispezione del baule dell’auto con zelo provocatorio, segno che secondo loro la reazione non era stata affatto esagerata.

U2. Ovviamente fu un viaggio scandito dalla musica degli U2, una delle più grandi band di musica rock della storia. Facevano presa su di me non solo per la musica e la spettacolare chitarra di David Howell, ma, ancora una volta, anche per il loro impegno sulla questione irlandese e il rispetto per i diritti civili. Indimenticabile, in merito, la loro Sunday Bloody Sunday.
Se volete riascoltarla… https://www.youtube.com/watch?v=EM4vblG6BVQ

Dublino Georgiana. Se devo riportare la caratteristica più rappresentativa di Dublino, cito di sicuro la diffusissima architettura georgiana. Una rete di strade e piazze del centro formavano un bell'esempio di questa architettura che fa riferimento a un periodo della storia inglese che va dal 1714 al 1830, durante i regno dei vari re Giorgio. Chi non ama la simmetria può trovare noiosi i sui tratti caratteristici che fanno evidenti richiami al Palladio (1508-1580), al Gotico, al Rococò, all’antica Grecia e alla stessa Roma. 

Porte di edifici georgiana, Dublino, Irlanda


















Gli edifici georgiani si susseguivano uno addossato all’altro per tutta la lunghezza delle strade, mostrando una simmetria perfetta nelle facciate, non solo tra porte e finestre, ma anche nella relazione matematica tra le dimensione della une e delle altre e tra la facciata e la strada. Il tutto era impreziosito dalle porte perfettamente mantenute, coloratissime e contornate da elementi ionici.

Abbazie e castelli immersi nel verde. Praticamente non ci sono in Irlanda montagne degne di questo nome e, per questo motivo, avevamo sempre un ampio orizzonte attorno a noi che le collinette verdi non riuscivano a nascondere. E quindi, volgendo lo sguardo interno, non dovevamo sforzarci molto per scoprire un edificio religioso o i suoi ruderi.

Abbazia nel verde, Irlanda

Un’abbondanza di edifici religiosi sorprendente, ma non tanto se consideriamo un Paese per secoli roccaforte della Cristianità in Europa. Da quando, per merito di Patrizio, predicatore e poi santo protettore del paese, la religione fiorì nell'isola, molte chiese e cattedrali d'Irlanda sorsero lasciandoci un ricchissimo patrimonio architettonico. Come ho letto da qualche parte: il problema non era scegliere il luogo da visitare, ma quelli da escludere.
Non sto a ripetere, a proposito dei castelli, quanto detto per le abbazie: vale lo stesso.

Pub e insegne. Non sono una amante della birra, altrimenti… A parte la Guiness sono un’infinità. Tuttavia ringrazio la birra, oltre alle altre bevande alcoliche, per avere creato una convivialità che si manifestava e trovava la sua consacrazione nei pub, che si trovavano ovunque. Luoghi destinati non solo al bere (non li si potevano chiamare bar), ma anche alla musica, al gioco delle freccette, alla carte, al bigliardo e tanto altro. Più i paesi che incontravamo erano piccoli, più i pub sembravano il centro vitale della comunità. Colpivano le insegne molto accattivanti che le contrassegnavano sulle strade: coloratissime, fantasiose, un vero invito ad entrare. Immagino che oggi siano infestati da videogiochi e slot machine.

Insegne, Irlanda

Per descrivere i pub irlandesi ovviamente non pensiamo ai normali bar, a meno che non intendiamo quei vecchi caffè di periferia o dei nostri paesi di campagna con i quali avevano una certa somiglianza.

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